mercoledì 10 agosto 2011

persons unknown

Care persone sconosciute anonime,
questo messaggio è per voi, voi bugiardi, voi mentitori, ipocriti, ragazzi, ragazze, amanti, malati, Noi. Preoccupatevi se ora siamo solo un mucchietto di carne e sangue marcenti, se siamo vittime di statistiche, di quotidiani, di galere. Preoccupatevi se tutto quello che ci è rimasto non è altro che un mucchietto di carne e sangue marcenti, se non ci è permesso (o non vogliamo fare altro, che più o meno sono la stessa cosa) che nasconderci e dissetarci del nostro veleno.
Siamo dei perfetti sconosciuti nelle nostre città invivibili, in famiglia, nei nostri rapporti che mancano di calore umano ma abbondano di discordia. In questo nostro mondo ognuno è l'ammortizzatore sociale di sé stesso su cui scaricare ansie, malumori, tensioni fino all'esplosione del rogo. Dove sono finite le streghe? Dove sono finiti i nostri mostri, un tempo così enormi e vi(v)sibili.  Preoccupiamoci se la spada che un tempo trafiggeva l'uomo ora si è trasformata in un milione di piccoli aghi.
Oggigiorno siamo vittime del nostro lassismo, del nostro stesso sonno, delle filosofie dell'opportunismo perchè preferiamo il mediocre presente sicuro ad un dubbio futuro, perchè siamo zoppi ed incespichiamo nell'aiutare uno storpio, perchè siamo cechi nel vedere le sofferenze altrui e non le cogliamo nemmeno in noi stessi, perchè non parliamo la lingua dei sordi.
In un mondo in cui la "normalità"  ha perso ogni valore e la conformazione ci coglie tutti, indistintamente, perchè cercare disperatamente, spauriti, una vita "normale" se ognuno di noi è per natura alieno all'altro? Preoccupiamoci se siamo alieni a noi stessi, se releghiamo il nostro Io in un angolino per far spazio a slogan pubblicitari da mainstream. Preoccupiamoci se smarriamo la speranza, indignamoci se io non so come ti chiami e tu non sai come mi chiamo io, indignamoci se siamo anonimi.                                 
                                                                                                                                        Luigi

Indignatevi!- Stéphane Hessel